“CIAO BAMBINO” DI EDGARDO PISTONE
Il nostro riflettore sulle visioni degli altri. Our Spotlight è a cura di Gianmaria Tammaro.
Esordire, per un regista, significa lasciarsi andare. E significa pure imparare ad affidarsi completamente a qualcun altro. Il primo film è come un patto silenzioso: io ci metto tutto me stesso, ma tu – attore, produttore, sceneggiatore – devi impegnarti e credermi. Non è un gioco, non è uno scherzo: è un’idea che trova finalmente il modo di esprimersi. È una cosa complicata, esordire. Perché richiede risorse e coraggio. Davanti a un’opera come Ciao Bambino, il primo film diretto e co-scritto da Edgardo Pistone, è difficile non rimanere piacevolmente sorpresi. Nonostante l’essenzialità di mezzi, il risultato è una storia complessa e ricca, profondamente radicata nella realtà ma mai – e questo è fondamentale – retorica.

Pistone ha scelto due attori esordienti come protagonisti, Marco Adamo e Anastasia Kaletchuk. E ha scelto il rione Traiano, a Napoli, come ambientazione. Il bianco e nero della fotografia di Rosario Cammarota aggiunge uno strato ulteriore di consistenza e credibilità. Due ragazzi che si incontrano per caso – lui napoletano, lei straniera, lui costretto a eseguire gli ordini di un criminale locale per ripagare i debiti del padre, lei invece costretta a prostituirsi – diventano il simbolo di qualcosa di più grande. Non il destino o la fortuna. Ma la vita stessa. Quello che fa Pistone, affiancato alla sceneggiatura da Ivan Ferone, è unire la visceralità istintiva della poesia alla brutalità poco cortese della sua esperienza (tra gli attori c’è pure suo padre Luciano).
Nella banalizzazione della nomenclatura critica, possiamo dire che Ciao Bambino è una storia di crescita e di consapevolezza. Ma è pure, se lo guardiamo da vicino, una storia di emancipazione e rottura, di figli che devono sopravvivere ai genitori e di promesse che anticipano altre promesse. È bello, Ciao Bambino. Bello come devono essere le opere prime: sfrontate, potenti, nel pieno controllo dei propri mezzi. E il merito è anche dei produttori: Bronx Film, Anemone Film, Mosaicon Film e Minerva Pictures. Che hanno deciso di ascoltare Pistone e di seguirlo nel suo esordio.